Comunicare con l’ufficio stampa non significa “fare pubblicità”
Troppo spesso ci sentiamo dire che lavorare in un ufficio stampa significa che ci occupiamo di pubblicità. Questo dimostra che non è affatto chiaro cosa siano queste due modalità di comunicazione che, pur confinanti e complementari, sono distinte e utilizzano strategie diverse.
Pubblicità, che cos’è e a cosa serve
Per il grande pubblico, il concetto di pubblicità è più facile e intuitivo, ma per chiarezza cerchiamo alcune definizioni. Secondo Philip Kotler, uno dei massimi esperti di marketing, può essere definita come “Qualsiasi forma pagata di presentazione e promozione non personale di idee, beni e servizi attraverso i mass media come giornali, riviste, televisione o radio da parte di uno sponsor identificato.” Wikipedia ne dà una descrizione più circoscritta: “Con pubblicità si intende quella forma di comunicazione di massa usata dalle imprese per creare consenso intorno alla propria immagine, con l’obiettivo di conseguire i propri obiettivi di marketing (es. vendita di prodotti)”. Nella prima definizione compare una parola chiave che delinea in modo netto il confine della pubblicità: questa è “pagata”. La pubblicità è una forma di comunicazione, più o meno creativa, che compare sui mezzi di informazione a pagamento. Il discrimine principale sta qui.
Come lavora l’ufficio stampa
L’ufficio stampa, in particolare se è a servizio di un’impresa produttiva (ma non solo!), ha il medesimo compito di raggiungere gli obiettivi di marketing, ovvero la vendita di un determinato prodotto, la diffusione di un brand o altro, ma lo fa con modalità diverse che non prevedono l’acquisto di spazi a pagamento. Certo, a volte può capitare che le due forme di comunicazione si sovrappongano, ma la teoria dice altro. La teoria dice che l’ufficio stampa deve saper trovare dei contenuti di interesse per l’azienda rappresentata che abbiano le caratteristiche di notiziabilità, cioè devono essere delle vere e proprie notizie, interessanti e appetibili anche per le testate giornalistiche di riferimento. La professionalità dell’addetto stampa si misura proprio su questo piano, nel saper individuare le notizie giuste che possano essere veicolate nel migliore dei modi attraverso la stampa a target. Se davvero la notizia offre spunti di interesse per un pubblico definito, allora verrà pubblicata senza bisogno di un corrispettivo economico. I media online e offline sono liberi, infatti, di selezionare i contenuti e l’ufficio stampa ha il compito di metterli in contatto con l’azienda o l’ente che intende comunicare.
La figura dell’addetto stampa
L’addetto stampa deve, dunque, sapere individuare la materia giusta e plasmarla fino a renderla una vera notizia nel senso più nobile del termine, tenendo conto ovviamente del pubblico (generalista o di nicchia che sia) che si intende raggiungere. Se si tratta di comunicare una nuova collezione di piastrelle in gres porcellanato, il lettore di riferimento sarà il progettista, il rivenditore o anche il singolo consumatore che ha appena comprato casa, e quindi la notizia transiterà sulle riviste specializzate di settore. Oppure, per fare un altro esempio, se l’azienda ha appena pubblicato il proprio bilancio, è chiaro che le testate di riferimento saranno quelle di taglio economico. In questo modo, utilizzando in maniera appropriata l’ufficio stampa, per l’azienda è possibile comunicare in maniera mirata ed efficace, aumentando la propria credibilità in quanto essere presenti su quotidiani, riviste e siti web ben posizionati conferisce ancora prestigio e autorevolezza.
Adesso che abbiamo fatto chiarezza sulla differenza tra la comunicazione mediata dall’ufficio stampa e gli investimenti pubblicitari, se sei alla ricerca di addetti stampa con una consolidata esperienza, ti invitiamo a contattare lo staff di Three Studio Comunicazione (https://www.threestudio.it/contatti/). Siamo pronti ad ascoltare le tue esigenze e a sviluppare un piano di comunicazione su misura.